Primavera alienata, devo leggere un vocabolario conosco poche parole
Anche l'inglese è difficile non so di che parlano i testi di Costello (però mi piace come suonano le parole, soprattutto i giochi).
Che cosa ricordare di una storia a parte le parentesi di cilicio e le guance arrossate?
Che cosa ricordare di un'esistenza?
(Che palle, Gà.)
Sono così tranquillo che il cervello si rifiuta di pensare.
Io ho capito cosa vuol dire "pensare è come non pensare" (così come fumare è proprio come non fumare).
L'ho capito venerdì 7 marzo mentre tornavo dalla Sapienza e sarà stato il destino nel nome ma ho avuto un'epifania su un autobus balbettante.
Anche se ho perso la curiosità e non guardo più i clienti dei centri commerciali che si intravedono dal finestrino-istante-che-è-tutta la vita.
Immagino le persone congelate nel momento in cui le ho viste per l'ultima volta.
Quindi sono quasi tutte l'immagine di un addio.
Vorrei affacciarmi da una finestra romana e farmi fotografare il culo e ridere in due, uno per ogni natica.
Vorrei vedere le stesse persone, indipendentemente dalla posizione delle mie palpebre-chiuse a custodire un sogno o aperte a materializzarlo.
Quando le persone che sogni ti siedono accanto è proprio una bella sedia.
E poi voglio leggere i libri di filosofia.
E poi voglio provare a capirli evitando però di vedermi appeso con la cravatta all'armadio, non foss'altro per la difficoltà di legare la cravatta all'armadio.
E poi girare per i supermercati a decidere cosa mangiare il fine settimana, lavorare stanca, raccontare aneddoti senza preoccuparmi di ricordare tutte le frasi di circostanza che sono un passatempo da sciocchi se ci annusiamo i genitali senza arrossire.
Ubriacarmi di luce del soggiorno che diventa sempre più fioca fino a diventare buio senza paura, fino a sentirti il respiro che aumenta e il cuore che fa da scudiero.
Rimandare il sonno se posso vedere un film senza attori, solo due persone reali e me viene voglia di guardarti anche se sono finito- ed è questo l'amore? Brindare alla normalità?Il mestiere di vivere?
Una maglia sfilacciata è sempre una maglia. Dobbiamo imparare a riciclare.
Invece cerchiamo sempre un nuovo stilista che facciamo invecchiare il giorno dopo.
In queste lune d'ozio vorrei farmi scuotere la testa dal finestrino di un autobus che sbadiglia
sabato 10 maggio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento