"Il mondo è in mano ai giovani".
Dieci anni fa quando sentivo questa frase pronunciata da qualche vecchia carampana in cerca di consensi mi illuminavo di immenso e mi veniva anche duro."Cazzo, sta parlando anche a me,ehilà, si, faccio parte di un progetto.anzi, io SONO il progetto." e famelico uscivo di casa fumando tabacco perche' non avevo i soldi per comprarmi le Diana blu.E immaginavo il lavoro che avrei fatto, i soldi, i milioni di dischi comprati e i consensi e la valigia di mio padre piena di "questo è mio figlio, prendete e mangiatene tutti"...minutaglie per evitare di togliere il trucco all'esistenza,certo, ma sempre meglio che morire a stelle spente.
Oggi ho 27 anni, non sono piu tanto giovane, i sondaggi mi escludono dai loro target,nuovi giovani sono in fila nei cortei con le stesse magliette, le stesse birre, gli stessi slogan e gli stessi sorrisi di consenso alle stesse parole dello stesso vecchio cazzo che mi illudeva 10 anni fa.
Io sono un coglione.E su questa caratteristica ho basato la mia esistenza ruvida e composta.I miei amici laureati sono un filmato di sorrisi e chilometri di tentativi."Niente casa niente lavoro niente pace niente riposo" è il comandamento della nostra epoca..."noi GIOVANI".
Io ho gia' vissuto la metà migliore della vita che (forse)mi resta da vivere sperando in un riscatto nell'inferno, che in quanto contrario del paradiso, non esiste.
"Il mondo è in mano ai giovani" dicevano, dicono, diranno.
Io non l'ho mai nemmeno sfiorato, ecco.
mercoledì 16 maggio 2007
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5 commenti:
Io più che altro l'ho sempre visto come il gioco delle caselle... I cosiddetti giovani devono incasellarsi. Tutto lo scopo di tutta la vita è piazzarsi nella propria casellina. L'aspirazione alla casella è data da molteplici fattori riconosciuti dalla gente. Se sei bello (ti tirano le pietre.... no, dai, scherzo, divagazione) la gente si aspetterà per te una casella in cui sia compreso l'accoppiamento con individuo altrettanto piacente, ovviamente di sesso opposto. Così se hai studiato fino a laurea o master addirittura. La gente si aspetterà che ti posizioni in una casella alta del tabellone.
Specialmente in questi giorni mi sembra che l'esistenza nel nostro evolutissimo mondo occidentale sia solo finalizzata ad accaparrarsi la casella migliore in proporzione a quello che la gente pensa che tu sia.
Tuttavia, la casella deve essere anche conservata. Così voi donne che siete riuscite ad impalmare all'altare il bel ragazzotto ricco e di sani principi, scivolerete ai piedi del tabellone se, ad esempio, lo mollerete perché vi siete rese conto che è una palla mostruosa strinargli le mutande sgommate.
Stesso meccanismo nel caso in cui lasciate l'impiego sicuro e ben retribuito per dedicarvi anima et corpore alla maglia o al decoupage o ancora allo stalkerismo per Pupo.
Insomma caro Fracco, questa risposta voleva essere sociologice e simpatica e invece ora mi girano le palle da morire perché mi accorgo che è proprio tutto un gran merdaio. Come si fa?
Comunque dato che ci ritroviamo sempre noi tre qui...(della serie io mammeta e tu)
e ho la sensazione di essere l'unica donna, guardate, voi due siete simpatissimi( anzi se vi unireste ne uscirebbe qualcosa di davvero esplosivo)e avete entrambi ragione sia sulle difficoltà che sui convenzionalismi della vita quotidiana.
Per una donna è tutto molto più amplificato sia per le convenzioni sociali e morali che costringono certe scelte che sulle difficoltà di "riuscire" in tutti gli altri ambiti diversi dalla gestione di una famiglia, dei figli....poi se dobbiamo anche dar retta a ciò che la gente vuole che siamo, beh, allora non ci resta altro che il suicidio....l'ideale sarebbe agire senza guardarsi intorno: il fatto è che io non ho ancora capito come si fa a rimanere indifferenti di fronte all'ipocrisia che ci circonda.
Il problema serio poi è che dove finiscono i problemi connessi alle relazioni con le persone "a cui si dovrebbe dar conto" iniziano quelli con noi stessi e con la concreta esistenza di determinate difficoltà.
Non sò se è chiaro in qualche modo ciò che voglio dire ma se puntiamo a diventare ciò che gli altri vogliono che siamo, e poi lottiamo ma non vi riusciamo saremo doppiamente sconfitti, perchè l'idea di essere stati una delusione per l'altra persona risulta essere anche la conferma della perdita della nostra vera "identità"
minchia, ho scatenato tutto questo?il bello è che le risposte sono quello che in realtà volevo dire....forse...
ah, comunque non sei l'unica donna,dalila.fiammy è una donna.
e di quello che avete scritto io ho capito poco e non perche sia scritto male(anzi) ma perche io nn è sia molto sveglio.
A Fracco... almeno di cosa sono sgommate le mutande lo avrai capito?!
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